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PANCHINE RACCONTASTORIE / 2011
intervento su 5 panchine pubbliche del comune di Esino Lario
prodotto da Ecomuseo dell Grigne, Esino Lario (Lecco)


Per il progetto Panchine Raccontastorie sono state raccolte alcune storie e detti delle Grigne. Il lavoro che abbiamo fatto parte dallo sguardo: ogni storia è legata in modo stretto a una panchina collocata in un luogo preciso. Da quel punto di osservazione la storia trova una scenario, un punto di vista, uno spazio sospeso dove tutto può accadere e l'immaginazione può sovrapporsi alla realtà. I racconti suggeriscono nuovi modi di guardare il paesaggio, di abitare una piazza o di guardare il cielo, recuperando e riattualizzando antichi detti o usi. La prima storia riguarda la leggenda dei Santi della Montagna, che percorre tutta la zona lariana e tesse la trama di una vasta rete di vette dal nome di santo, che custodisce e sorveglia il lago di Como. E' una leggenda che si evolve nel tempo e nello spazio e che appartiene a tutti i paesi, cambiando in funzione dei nomi delle montagne che li circondano. La seconda è la leggenda della Grigna, che inserisce la formazione della montagna in una dimensione favolistica di un amore non corrisposto. Di questa leggenda esistono nella memoria popolare sfumature diverse che danno allo spasimante che vuole conquistare la bella e crudele fanciulla sulla torre, il volto di un guerriero saraceno o di un semplice cavaliere. La terza riguarda delle possibili previsioni del tempo, che gli antichi sapevano fare in modo preciso soltanto guardando il cielo. I detti sulle nuvole e sulla pioggia possono restituirci un po' di quel sapere inconscio e sensibile che apparteneva all'uomo fino a qualche tempo fa. La quarta è il gioco della Baletta, tipico di queste parti e ora dimenticato, tanto da rendere difficile l'interpretazione dei manoscritti su cui ci siamo basati. Abbiamo cercato di riscriverne le regole in modo semplice, in modo che diventi un gioco da fare insieme in una piazza o in un campo. L'ultima panchina è una favola. Abbiamo scelto una fiaba classica, in cui emergesse da una parte la fauna (un lupo e una volpe), dall'altra l'ambientazione di questi monti (i boschi, le cascine, il pastore). L'aspetto moralistico è ribaltato dall'ironia e dalla furbizia plateale della volpe, che ci fa parteggiare fin dall'inizio per il povero lupo credulone.

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la conferenza di presentazione del progetto